Cos’è e quando è necessario un intervento con inserimento di protesi dell’anca
La protesi d'anca è uno degli interventi più diffusi che diventa necessaria quando lo stato di degenerazione dell’articolazione coxo-femorale diventa invalidante. Questo accade, oltre che nei casi di traumi con fratture della testa o collo del femore, anche nei casi di traumi ripetuti, displasia dell’anca. Questi causano una progressiva degenerazione dell’articolazione con il generarsi di una progressiva coxartrosi. Non c'è un limite di età, la degenerazione può colpire soggetti giovani ed anziani.
Tipologie di protesi d'anca: i vantaggi della protesi mini invasiva
Fino a poco tempo fa si sono usate principalmente protesi a stelo lungo, cementate e non cementate.
Ad oggi si punta ad usare protesi più piccole così da preservare il più possibile la componente ossea e consentire una maggiore stabilità della protesi. Queste ultime sono fatte in titanio, con testa in ceramica e sede di alloggiamento in ceramica e polietilene.
Ovviamente la variabilità nell’uso della protesi può dipendere da età, stato dell’osso, via di accesso, campo operatorio.
Vie d'accesso all'anca
Le vie di accesso che hanno preso maggiormente piede erano quelle posteriori e posteri laterali. Sicuramente più semplici, ma che implicavano il disinserimento e rifissaggio di diverse strutture muscolari. Questo causava una maggiore perdita ematica e dei tempi di recupero muscolare piuttosto lunghi e non senza problemi.
Accesso anteriore per la protesi dell’anca
La VIA ANTERIORE, che in realtà esiste da molto tempo ma non fu sviluppata, sta prendendo sempre più piede. È sicuramente una metodica più complicata per lo specialista ma presenta diversi vantaggi.
Vantaggi accesso anteriore per protesi anca
Andiamo ad elencare i vantaggi:
- cicatrice ridotta a 7-8 cm rispetto ai 15 degli altri accessi,
- dolore nettamente ridotto nella fase post operatoria,
- assenza di complicanze muscolari,
- rapida ripresa della vita quotidiana,
- riduzione del rischio di lussazione post operatoria,
- lunga durata delle protesi.
Svantaggi
- rischio di compromettere il nervo cutaneo laterale della coscia con area di anestesia,
- la tecnica potrebbe essere evitata nei casi di obesità o eccessiva massa muscolare.
Riabilitazione post-operatoria per protesi anca mini invasiva
La protesi mini invasiva ha un tempo più o meno variabile di vita. Questo può dipendere anche da che attività andiamo a praticarci sopra.
Gli sport sconsigliati sono tutti quelli reputati ad alto impatto come:
- calcio,
- tennis,
- atletica,
- basket,
- climbing,
- hockey,
- aerobica.
Tra gli sport consigliati troviamo:
- sci di fondo e discese semplici,
- golf,
- camminata,
- cyclette e bici,
- canottaggio,
- nuoto,
- ballo da sala.
Per approfondire questo argomento leggi anche il nostro articolo dedicato alle fasi del recupero post operatorio per la protesi dell'anca
Riabilitazione per operazione protesi anca a Roma
Tra le varie specializzazioni, lo staff di fisioterapisti del nostro centro di Fisioterapia Roma Osteokinesis si distingue per i percorsi di riabilitazione post operatoria personalizzati, individuati dopo una attenta analisi del caso e delle indicazioni dell'ortopedico che segue il paziente o che ha eseguito l'operazione.
Qui di seguito raccontiamo l'esperienza di una nostra paziente e il percorso di riabilitazione post-operatorio che evidenzia come con la metodologia mini-invasiva sia stato possibile un recupero funzionale migliore e più rapido.
Descrizione di un caso di riabilitazione post-operatoria per protesi d'anca
VI parliamo di Barbara, una ragazza di 48 anni che ha dovuto operarsi ambo le anche. La prima circa 4 anni fa con un accesso postero laterale.
L’intervento andò benissimo ed iniziò subito la terapia con noi.
La cicatrice appariva ispessita e dolente. All’inizio gli esercizi di rinforzo erano molto faticosi, la progressione fu molto graduale, ma si evidenziò subito una limitazione nel tirare su la gamba tesa e molta fatica nel portarla lateralmente.
Barbara riprese la sua vita quotidiana e tornò a fare cyclette e yoga ma mantenne quelle limitazioni.
La seconda anca venne operata con accesso anteriore e l’inserimento di una mini protesi. La cicatrice, nettamente più piccola, non le portò dolenzie. Riuscì ad effettuare da subito tutti gli esercizi di rinforzo, ovviamente in modo graduale. Abbandonò dopo due mesi ambo le stampelle (che tenne anche più del necessario per una sua maggiore sicurezza e precauzione), e tornò rapidamente alla vita quotidiana.
Per un consulto da parte dei nostri specialisti, per trattamenti di riabilitazione a Roma:
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